“La Nacatola Doc” è un concorso, fondato nel 2006, con lo scopo di premiare il miglior dolce
tipico natalizio delle Eolie: la nacatola (o i nacatuli, oppure ancora i vastedduzzi).
Ma come sono fatti i nacatuli?
Questa raffinatezza della cucina eoliana è formata da sfoglie di farina, uova e strutto, riempite con
uno squisito impasto di mandorle, zucchero, cannella e mandarino; il tutto, aromatizzato con la
Malvasia, vino liquoroso tipico eoliano.
La vera bellezza sta, non solo nel gusto, ma anche nella rifinitura, dove vengono utilizzate pinzette,
forbicine e altri utensili per dare quella forma quasi di ricami ed ognuno utilizza una propria
tecnica. Sono piccoli capolavori che richiedono molto tempo e pazienza, ma alla fine risultano vere
e proprie opere d’arte!
Curiosità
La storia narra che molti popoli approdarono nell’arcipelago eoliano: Greci, Fenici, Romani e
Normanni. Dopo i saccheggi da parte dei Saraceni e la rinascita economica del XVIII secolo, le
Isole Eolie cominciarono a prosperare grazie ai commerci nel Mediterraneo. I diversi popoli che vi
approdarono portarono con sé importanti novità nei generi alimentari: i Greci si distinsero per il
vino, i Fenici piantarono l’albero di mandorlo nel Mediterraneo, gli Arabi portarono diversi tipi di
agrumi. Con la scoperta delle Americhe arrivarono pomodori, melanzane e patate e i Veneziani,
porteranno l’uva bianca cretese, utilizzata per la produzione della Malvasia.
Le ricette della cucina locale si basano rigorosamente su questi ingredienti genuini, prodotti
nelle Isole stesse.
Con il passare del tempo sono nate delle vere perle culinarie: la pasta all’Eoliana, il coniglio in
agrodolce, le menole con la cipollata (pesce già apprezzato dagli imperatori romani).
Anche tra i dolci spicca una prelibatezza: i deliziosi Nacatuli. Essi vantano solo ingredienti
locali, tranne lo zucchero che non è locale, ma prodotto sotto gli Svevi anche in Sicilia, ed inoltre la
cannella, ingrediente dalle lontane Indie.
Preparazione:
La realizzazione di questi dolci necessita di un lavoro di squadra. Infatti, con l’avvicinarsi della festa di Natale, le donne di una famiglia si riuniscono in casa per preparare questi dolci. Ognuna ha un compito:
- preparare la pasta amalgamando la farina, lo strutto, poche uova e lo zucchero con la Malvasia e con le bucce di mandarini grattugiatie, per poi stenderla in due fogli sottili, uno piuù spesso, che costituirà la base, e l’altro più fine che andrà a ricoprire l’impasto;
- preparare il ripieno con le mandorle sgusciate, pelate e triturate;
- mescolare la cannella e lo zucchero con il succo di mandarini.
Le esperte mani delle donne isolane pizzicano la pasta con il pizzicaruolu, una piccola pinzetta d’ottone zigrinata, che produce un finissimo decoro simile ad un ricamo prezioso. Anche le forbicine da ricamo aiutano a realizzare altri disegni praticando alcuni piccoli tagli. La creazione viene completata con l’aggiunta di decorazioni, spesso piccole roselline, fatte con la stessa pasta. Ogni biscotto, dopo la cottura in forno, diventa così un esemplare unico, una piccola gemma dal delizioso profumo d’agrumi e cannella. Esso viene adagiato in un cesto abbellito da una candida stoffa bianca ad intaglio da mostrare a tutti.
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